I nuovi impianti, posti ad un'altitudine di 320/340 metri, hanno una densità di circa 5000 ceppi ad ettaro e sono allevati a guyot; le esposizioni dei diversi vigneti vanno da est a sud-ovest.
Il terreno è fortemente argilloso e calcareo, difficile da lavorare in tutte le annate, ma dalla quale si ottengono sempre risultati sorprendenti.
In meno di due ettari si distinguono 6 vigneti separati, ciascuno con una diversa varietà e diverso porta-innesto, questa suddivisione è frutto di un attento studio di ogni singola parte di terreno e della ricerca della massima espressione che questo può conferire ad ogni singolo vitigno.
Nel vecchio vigneto si trovano vari cloni di Sangiovese, Canaiolo e Mammolo; tutti vitigni che in questa zona, dalla tradizione viticola secolare, hanno trovato un Habitat ideale, capace di conferire ai vini personalità e spessore, espressioni culminanti in un connubio perfetto tra potenza ed eleganza.
Nella zona più assolata, composta di terre rosse e minerali, sono stati impiantati due vitigni per la produzione del passito, si tratta della storica Malvasia Lunga del Chianti dall'inconfondibile fragranza aromatica e del Petit Manseng, varietà originaria dei Pirenei francesi caratterizzato da un'eterna freschezza acida.
Sulla cresta della collina si trova il merlot, proprio sulla cima, dove le argille sono più ostili e l'acqua scorre via velocemente; dove il torrido Agosto prepara le potenti uve prima dell'ultima carezza settembrina.
Solo queste condizioni estreme conferiscono al nostro Merlot un'esplosiva forza vellutata.
Insieme alle uve del vecchio vigneto viene raccolto il Sangiovese più giovane, composto da 5 diversi cloni frutto di una selezione massale. Questo è il vitigno che meglio esprime la territorialità toscana. Schietto, a volte burbero , ma che sa farsi amare senza scendere a compromessi, proprio come un "Vero Toscano".
Esposti verso il sorgere del sole, sulla collina più ripida, si adagiano i filari di Chardonnay, uva dalla quale siamo partiti, la nostra prima passione che ci ha portati a sfidare i clichè imposti dalla tradizione che vuole che la Toscana sia solo "terra di rossi".
In effetti, coltivare questa uva bianca è una continua sfida che si gioca in pochi giorni, quando il sole caldo d'Agosto lascia qualche spazio alle prime brezze di Settembre, è qui che si costruisce il profilo aromatico di questo vino.
Ogni anno una funambolica ricerca della perfetta armonia tra potenza alcolica e finezza aromatica.
Grandi aspettative si hanno anche per il Grechetto, vitigno sottovalutato da molti, che se ben vinificato esprime un'eccezionale caratterialità strutturale che lo rende un vino "comprensibile" ma Mai "banale", un ottimo "vino alla mano".